Kraftwerk on the moon
Il mio vicino di casa Riccardo Riva è un bravo cuoco con la passione per il "kilometro zero", Alessandro Metz fà parte del board di Collina e la cooperativa rileva i passivi del bar Posto delle Fragole mettendone mano alla gestione: Riccardo salirà in Collina portandomi con sè. Il Pupkin Cabarett esce dalla residenza invernale del Teatro Miela per organizzare il programma degli eventi. La rete di interessi ed amicizie si coagula attorno al progetto del Festival. Riccardo e Alessandro mi chiedono di occuparmi anche della comunicazione ma non posso sovrappormi al lavoro dell'Artelier Collina
che è preposto alla comunicazione dell'evento per cui faccio delle cose artigianali, estemporanee senza far mancare il mio apporto come facchino e roadie, montando e smontando palchi, disponendo e recuperando le sedie per la platea, facendo la vigilanza anti-incendio, coadiuvando i tecnici di luci e amplificazione, allestendo il giardino con pallets o cassette vuote delle bottiglie, montando e smontando le consolle dei DJ, raccattando bicchieri e portacenere, cartacce e malumori ma anche scattando foto, dipingendo installazioni, inventando giocattoli per selfie ecc. ecc. Che dire: in un modo o nell'altro "io c'ero" ed ho aiutato a farlo nascere.
Lunatico Pupkin
Ci sono molte ragioni per voler bene a Mizzi, Dongetti, Bussani & Co. Ma nessuna eguaglia l'unica vera ragione per cui volergli davvero bene: sono fisiologicamente sinceri, e nel loro mestiere di attori questo non va affatto bene. Oppure benissimo: personalità così spiccate e con qualcosa di proprio da esprimere necessitano di platee conniventi ai limiti del fiancheggiamento di banda armata. Sapere che c'era la loro direzione artistica su tutto l'insieme mi faceva sentire parte della "cosa giusta" da fare in un momento storico nel quale le modalità del "fare politica" sembravano essere diventate appannaggio esclusivo dei cinquestelle. Non vado volentieri al Teatro Miela, non c'è una ragione precisa, credo sia snobismo e qualche brutto ricordo vissuto fra quelle mura. Ho approfittato a man bassa del Lunatico Festival per godermi appieno questi fenomeni locali, ho potuto osservarli, studiarli, ammirarli ed ho sfacchinato per loro ghignando in cuor mio, ripensando alle loro battute e meditando sulle loro scelte. Prima fra tutte, la più estrema, quella di salire su un palco e far scempio di se di fronte ad un pubblico, qualcosa di equivalente per me al paracadutismo.
Qualcuno era comunista perché pensava di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.
- Giorgio Gaber