A proposito di motorini.

Sono passate un paio di settimane da quando ci siamo incontrati, anzichè disegnare, mi sono fermato a riflettere, ho preso appunti, ho letto documenti ed ho scritto titoli. Mi sono fatto una convinzione: incentivare l'uso dell'autobus è come voler riportare l'attenzione della gente alle cose della democrazia, della partecipazione. Non serve dimostrare che costa poco e tutela l'ambiente, è condivisibile, riciclabile e qualitativamente superiore a qualsiasi altra pratica in circolazione. Non serve.


L'umana cosa, non soltanto tergestea, al lato pratico non tenderà alla soddisfazione di questi principi. Li soddisferà solo se vi è costretta da fattori economici. Provinciale? Tant'è. A questo servono i "rompicojoni", ad individuare le sacche di sclerosi sottrandole al ruolo di "dogma" e ricollocandole nella routine fisiologica dell'inerzia sociale pronte per essere rimosse. E' già positivo sapere che dalle nostre parti c'è ancora chi ama "usare i mezzi pubblici" per un senso civico tutto mitteleuropeo: complimenti a chi ci ha educato da piccoli, al contesto culturale in cui siamo cresciuti.

Ma il motorino è il motorino. L'ottovolante triestino dai consumi "agevolati", con i suoi sali-scendi, le splendide vedute, le vertiginose, andrenaliniche planate dall'altipiano al mare non è il pianoro furlano, o padano, dedicato al lavoro dei campi; non ci sono periferie e centri disposti in una galassia agro-industriale punteggiata da centri commerciali, nessun capoluogo con entroterra smisurati, piuttosto una città stato incastonata in uno scrigno ambientale. E l'ambiente, a Trieste, (eccezzion fatta per Servola, credo) si salva da sè: una spazzata di bora, una brezza serale dal mare e l'aria torna respirabile...

Non è che i temi dell'ecologia non siano cari ai giovani e meno giovani triestini, sono semplicemente "i tempi", e se volete che, provocatoriamente, ve la dica tutta, vedo meglio un'alleanza mezzi pubblici / due ruote versus le quattro ruote: ingombranti, voraci, costose, le automobili sono il vero competitor, sono loro che vanno lasciate a casa. Non i motorini, sportivissima risposta all'abuso di sedentarietà automobilistica.

Chiedere ai giovani di salire in autobus, abbandonando il motorino, è anacronistico e fuorviante: siamo entrati nell'era dei"personal media", cellulari e connessione domestiche via cavo o satellitari a reti digitali pubbliche o private, commerciali o istituzionali, permettono una particolarizzazione infinitesimale di usi e costumi, tempi e modi. Dai contratti di lavoro alle offerte dei negozi, tutto tende a polverizzarsi, particolarizzarsi, puntualizzarsi all'esasperazione. Il motorino è un'effetto, non una causa.

L'unico modo per battere il motorino sul suo stesso terreno è far diventare l'autobus un "must" tribale, renderlo simpatico ed inconsueto:musica di tendenza sparata ad alto volume, luci psichedeliche e video al plasma sintonizzati su MTV in rotta, dal giovedì alla domenica dalle 22.00 alle 2.00 (e sabato fino all'alba) da Duino a Muggia senza soluzione di continuità. Biglietto speciale, dee jay selecter di Nota Radio Privata (raccolta pubblicitaria), da giugno a settembre: scusate il gentile eufemismo, ma "altro che balle"! Il videogame su cd-rom è ottima cosa, ma non basta: è SUL TERRITORIO che bisogna agire, altrimenti si fà la figura dei ben-intenzionati di cui nessuno sa o capisce il lavoro.

The age of wireless

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Ma c'è un'altra possibilità, ed è quella di aggiornare tecnologicamente i mezzi, soprattutto sulle tratte che servono Area di Ricerca e Università degli Studi, brevettando un sistema "wireless" (di connessione a internet senza cavi) e dotandolo di mezzi robusti e funzionali. Questo avvalendosi della ricerca già effettuata dal consorzio in tema di radiotrasmissioni sofisticandola ulteriormente. Quella del wireless sarebbe una trovata che piacerebbe a grandi e piccini (più ai piccini che ai grandi) dopodichè bisogna lavorare sull'atteggiamento psicologico dell'utenza nei confronti dei mezzi. In subordine, si potrebbe mandare in onda una rete televisiva locale: vuoi mettere la raccolta pubblicitaria? Ci inventiamo un programma intitolato "Tutta Trieste" che significa esattamente ciò che intendono i velisti solo che qui non si tratta di una cordata di sponsors, ma di TUTTA Trieste: interviste in presa diretta con gli utenti ed i personaggi di politica e cultura, sport e spettacolo, temi della viabilità, territorio, urbanistica. Joint venture con TeleQuattro, Antenna Tre, Rai Regione: fate vobis. Ma torniamo al punto di partenza: alla smodata ricerca di consenso, di trovate, gadget, slogan, frizzi, lazzi e falpalà, son state riempite le fosse democratiche della partitocrazia post-bellica. I trasporti sono, invece, un bene primario, una necessità reale. L'autobus è un'angelo custode sociale: aiuta anziani, disabili, lavoratori pendolari e turnisti, casalinghe, studenti, spatentati dalla nuova "patente esigente", è la rete ultima di sicurezza sociale. Permette di non perdere il posto di lavoro, di relazionarsi al contesto... La domanda è, chi pagherà QUESTO autobus se i giovani sono alle prese con una lotta al coltello che prevede apparentemente una mobilità ed una reperibilità totali cui solo il trasporto privato può far fronte? La rituale "ai posteri l'ardua sentenza", nel nostro caso è più che una frase fatta: fideizzare le nuove leve, rieducarle all'eventualità del trasporto pubblico significa ripartire da elementari e medie.

Più servizi alle famiglie, agli studenti, escogitare servizi di scuola-bus. Convenzioni con il Provveditorato, gli assessorati alla cultura, abbonamenti premio basati su rendimento o necessità degli allievi.

Riproporre le aule itineranti, con tanto di lavagna e sistema audiovisivo di supporto. Raccolta di adesioni volontarie del corpo insegnante per aule "terza età".
Ripensarle "al futuro", ottenere sovvenzioni, dotarle dello stesso status giuridico delle aule "stanziali" stipulando tempi e modi d'utilizzo con gli istituti scolastici e le assicurazioni, i musei ed i parchi, l'industria e l'artigianato.

Il patto pedagogico fra docente e discente non si stipula obbligatoriamente fra quattro mura. Trattare questa ipotesi "seriamente", rispettosamente, non con la sufficienza del fenomeno stagionale ma come uno strumento didattico strutturale serio e continuativo integrato nel normale svolgimento del programma ministeriale. Il CD-ROM da consegnare ai ragazzi, o le inserzioni sul Piccolo non sono di per sè sbagliate, ma devono far parte di un marketing - mix molto più orientato alla presenza sul territorio, perchè è sul territorio che può nascere il convincimento a percorrerlo diversamente. In questo senso l'idea dei "percorsi attrezzati" culturali è puntuale, sintetizza a basso costo le istanze da me espresse quattro mesi fà in queste pagine



 

 

Blockquote

Beauty of style and harmony and grace and good rhythm depends on simplicity.

- Plato

 

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Una premessa

Le seguenti pagine sono preamboli che non dicono in realtà assolutamente nulla riguardo al vero lavoro da compiere o in atto.

Attualmente sono servite a far capire che ci vuole qualcuno che scriva, che c'è realmente bisogno di agire sul territorio e di farlo partendo da premesse formative, didattiche.

Fanno parte della mia tecnica di trattativa: finchè non è siglato un'accordo scritto, il tempo è mio e ne faccio quello che mi pare, ottimizzando i tempi "apparentemente" regalati a riunioni "apparentemente" gratuite e contestualizzandoli in un'opera di divulgazione "ovviamente" circoscritta alle mie personali considerazioni che cesserà a contratto avvenuto: se devo regalare, lo faccio alla grande, mica solo a chi crede di approfittare!

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